martedì 26 ottobre 2010

Scissionista

Nei giorni scorsi è stata issata una bandiera leghista al posto del tricolore sul valico italo-sloveno di Basovizza, sul carso triestino. Oggi è arrivato in città il ministro della Difesa La Russa, in occasione dell’avvio dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e gli è stato chiesto un commento sull’episodio. La Russa non ha trovato nulla di meglio da rispondere che: “Non abbiamo l’esclusiva delle bandiere”.
Abbiamo visto in precedenza la lunga inerzia del ministro Gelmini nel togliere i simboli padani dalla scuola di Adro. Oggi sono i tentennamenti del ministro La Russa sull’episodio di Basovizza a  suffragare la legittimità di comportamenti cinicamente tesi a incrinare la coesione della Repubblica italiana. Il Carroccio infatti continua ad avallare manifestazioni di segno antinazionale ogni volta che se ne presenta l’occasione, e ciò non è ulteriormente tollerabile.
Qualcuno ha creduto che la Lega scissionista aveva cambiato pelle, ma appunto solo di pelle si tratta: sotto è rimasta la stessa.


Debora Serracchiani

1 commento:

  1. Ma quante guerre, anche fratricide, e vite ci costò 'sta bandiera?
    Io credo che non valga mai la pena di morire per una patria, per una bandiera. Il sentimento patriottico è stato usato per creare un senso del "noi" in un paese frammentato come l'Italia. Ma quando c'è un "noi" c'è anche un "loro", altri paesi e popoli, amici o nemici.
    Cosa rappresenta la bandiera? Quando viene esaltata? Mi vengono in mente i mondiali di calcio e le commemorazioni di guerre. Dunque uno strumento e un simbolo attorno al quale stringersi nei momenti di confronto e di scontro con altri paesi, o bandiere. Mi fa paura il potere negativo che può avere un rettangolo di stoffa. Le commemorazioni dei "caduti" in guerra devono ricordarcelo, morirono per la patria, ma soprattutto per i sogni di gloria e le ambizioni di chi comandava.

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