venerdì 17 giugno 2011

I dipendenti Profim si danno i turni per mantenere il presidio nell’azienda di cucine con il futuro a rischio

Fabbrica occupata «Non molleremo»


Il morale era alto anche ieri, secondo giorno di presidio dell'azienda Profim di Prata. In gruppi di 7-8 persone i 91 dipendenti della Florida cucine Profim spa di via Maron, 16, continuano, dandosi il cambio nelle 24 ore per l'occupazione dello stabilimento iniziata mercoledì. Sono in assemblea permanente e tra di loro in queste ore parlano: di quello che è accaduto, di come si sia potuti arrivare a oggi, di cosa succederà nel loro futuro, di quanto importante sia la ricchezza «lavoro», ancor più dello stipendio da operaio (1.000-1.200 euro al mese). Dall’inizio dell’anno lavorano a singhiozzo (2 o 3 giorni la settimana) e da circa tre anni sono alle prese con la cassa integrazione a rotazione. I dipendenti della Profim stanno vivendo una situazione nuova, la prima occupazione nel settore del mobile in provincia. Un settore per tradizione poco sindacalizzato perchè qui si usava, spiegano gli operai del mobile «testa bassa e lavorare sempre nel massimo rispetto del parón». «Noi della Cgil - afferma Michele Sica Rsu Cgil - abbiamo sempre cercato di lottare per la dignità dell'operaio e forse con queste azioni oggi ci stiamo riuscendo». Tutti i dipendenti sperano che la loro protesta possa portare all'uscita dal tunnel: un'azienda interessata alla Profim, visto che la linea cucine della Florida è la meno appetibile. Nella vista di ieri in fabbrica i referenti della proprietà hanno parlato dei primi contatti da parte di aziende che hanno chiesto informazioni. «Sappiamo che sono cose che richiedono tempi lunghi - dice Sica - aspettiamo fiduciosi. Il personale è pronto con pazienza a affrontare altre giornate di questo tipo non dermordiamo: continueremo a oltranza. Restiamo in stato di agitazione permanente». Gli operai che si alternano si portano panini e cibi congelati da casa. In sala mensa del capannone di Prata c'è tutto il necessario: un microonde, un frigo. Niente televisioni o radio: in assemblea si parla, parla, parla. Anche il collega di lavoro che prima ti stava un po’ antipatico, o con il quale c'era dell'attrito diventa amico e in fabbrica ora «si viaggia in simbiosi». Tra i 91 dipendenti anche degli stranieri arrivati anni fa nel Pordenonese con il sogno della vita in Italia: 4 ghanesi che lavorano alla Profim da quasi 20 anni e stanno per ottenere la cittadinanza italiana, 2 romeni e un albanese. Per loro oltre al danno la beffa di un sogno che pensavano di aver realizzato e che sta andando in frantumi.

(Il gazzettino, Venerdì 17/06/2011)

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